
Design e Artigianato, Arti Applicate e Decorative
Editoriale
anno XXXV XXXVI n. 4/24-1/25 (136-187) Ott 2024/Mar 2025
Non solo belle tradizioni, serve la svolta digitale. La strategia comunicativa improntata sulle novità digitali fa emergere il ritardo delle aziende creative italiane in questo ambito, ovvero l’assenza di una forte identità digitale. Un paradosso se si pensa
che la progettazione e il made in Italy hanno da sempre fatto dell’innovazione uno dei loro punti di forza. Ma quello che si è riuscito a raggiungere in termini di ricerca e di manifattura non lo si è ottenuto in termini di comunicazione dei brand sui nuovi media. Si tratta di uno svantaggio da colmare rapidamente perché è proprio in questo ambito che si sta spostando la sfida delle aziende creative: per mantenere la propria leadership mondiale il made in Italy deve saper imbastire una narrazione digitale. Non serve solo poter contare su una produzione riconosciuta e apprezzata a livello mondiale. Anche i nostri settori devono investire sullo sviluppo del digitale per ritagliarsi un posto di primo piano su internet come sui social media, perché è lì che sta virando l’attenzione non solo del cliente finale, ma anche dei professionisti del settore. La carenza digitale del settore può avere influito sull’andamento del 2024. Il 2024 è stato molto particolare. Dopo la sbornia post Covid del 2022/2023, abbiamo dovuto fare i conti con una battuta d’arresto che per molte aziende e numerosi punti vendita presuppone una chiusura in negativo o, addirittura, una chiusura dell’attività. Ci siamo trovati con un comparto costretto a navigare a vista, dove le stesse fiere di settore non sono state in grado di rappresentare quel baluardo di forze e riconoscibilità, in particolare nel settore della casa. Per rimanere in tema di innovazione tecnologica non possiamo non parlare di Intelligenza artificiale in breve AI. Effettivamente, questa parola sta gradualmente entrando nel vocabolario quotidiano delle persone, sebbene sia ancora circondata da un’aura di mistero e complessità. La
verità è che l’AI è ormai ben lungi dall’essere un concetto futuristico. Già oggi è uno strumento ampiamente adoperato nel settore della creatività e sta consentendo un’evoluzione del comparto senza stravolgerlo. Più
che una rivoluzione, si può dire che siamo di fronte a un processo di miglioramento continuo, orientato all’efficienza e al potenziamento delle capacità aziendali.
Facendo una similitudine, occorre considerare l’intelligenza artificiale
al pari delle innovazioni tecnologiche del passato. Va quindi vista come una tappa nel percorso evolutivo. Molte aziende in Italia stanno già integrando l’AI in diverse aree chiave. Nel
campo della creatività, gli algoritmi supportano i designer nella generazione di nuove idee, combinando dati su tendenze, preferenze dei consumatori
e ispirazioni artistiche. Nel marketing, l’intelligenza artificiale ha la possibilità di lavorare con enormi quantità di dati per ottimizzare campagne pubblicitarie, personalizzare la comunicazione con i clienti e prevedere i trend futuri. Anche nella pianificazione strategica dei brand l’AI sta diventando indispensabile
per migliorare la gestione delle scorte, minimizzando sprechi e massimizzando profitti. Tutto questo dimostra che l’intelligenza artificiale non è una minaccia per il settore, ma un alleato può diventare un prezioso alleato.
Cordialmente
Giovanni Mirulla